Gli equini

U Cavallu Corsu

Zona d’allevamento

L’allevamento del cavallo corso (u cavallu corsu) può essere effettuato su tutto il territorio dell’isola. È inoltre possibile osservare mandrie di cavalli selvaggi o inselvatichiti, soprattutto nel Massiccio di Tenda, sui contrafforti del Cinto, nell’Alta Rocca e nei pascoli di Olmi Capella.

Descrizione

Il manto è nero, baio e baio bruno, talvolta con una striscia scura che si estende dalla criniera alla coda, chiamata “croce di Sant’Andrea”. Alcuni capi possono presentare una macchia bianca, detta “balzana”, sulla parte inferiore degli arti (pastorale), ma questa caratteristica non è ricercata. La criniera è folta. L’altezza è compresa tra 1,30 e 1,50 metri, per un peso che oscilla tra 300 e 400 kg.

La testa è espressiva, piuttosto corta, talvolta un po’ grossa, e si assottiglia verso le narici. Ha un profilo diritto, narici aperte e l’occhio vivace. Le orecchie sono piccole e diritte. Il collo è corto e largo, senza essere tozzo, con un garrese pronunciato ma non sporgente. Il dorso, relativamente corto e ben sostenuto, e le spalle piuttosto lunghe permettono un buon passaggio del sangue. Il corpo è ben proporzionato, con membra fini, diritte e forti. I piedi sono neri, piccoli e con zoccoli in corno duro.

Caratteristiche e specificità

La sua andatura è rapida senza essere radente (vicina al suolo). Al contrario gli arti sono sollevati e aerei, con un buon impegno (propulsione esercitata dagli arti posteriori). Ha un temperamento vivace e generoso, coraggioso e freddo. È considerato un animale rustico, semplice e robusto. U “paganacciu”, come dice il suo soprannome, è pertanto un cavallo da sella, resistente e agile, quindi un cavallo particolarmente polivalente.

Presenza storica

«La Corsica è un’isola quasi interamente montuosa, non molto fertile e scarsamente popolata.
Tuttavia, quest’ isola ha ricevuto quattro doni dalla natura.
Un cavallo di piccola taglia, di costituzione gracile ma infaticabile nel lavoro, un animale di ferro.
Cani da guardia molto famosi.
Vini forti, molto generosi, che tutti i dignitari del mondo vogliono sulla loro tavola.
E infine uomini valorosi, impetuosi, nemici del riposo. Questo ha fatto sì che le milizie siano sempre state tenute in grande onore in Italia e altrove».


Traduzione dal latino di un testo del XV secolo che figura su un arazzo in Vaticano

A quale epoca si può far risalire la presenza del cavallo in Corsica? Esistono diverse ipotesi: la prima è quella dei paleontologi, che stabiliscono la venuta di un piccolo cavallo tra 2 e 25 milioni di anni fa, tra Pliocene e Miocene. Infatti è stato scoperto in Corsica uno scheletro risalente a 4 milioni di anni a.C. La seconda ipotesi, quella dei geologi, data la sua presenza al Pleistocene (1 milione di anni a.C.), sulla base del fatto che la Corsica, la Sardegna e le isole liguri del mar Tirreno erano unite in una piattaforma (chiamata placca tirrenica). Questo avrebbe permesso di introdurre in Corsica, nel Nord della Tunisia e nell’Europa centrale una razza di pony a fronte piatta, simile a quelli dell’India; l’origine comune sarebbe l’antico cavallo ariano (ceppo indoeuropeo). Infine, la terza ipotesi, che non è incompatibile con la seconda, si basa su alcuni scritti, il più antico dei quali è di Procopio, storico bizantino, che verso il 536 a.C. afferma: «in quest’isola (la Corsica) si trova una razza di cavalli appena più grandi dei montoni» (Halgand, 1990).

La presenza del cavallo corso è testimoniata da numerose tracce scritte e iconografiche nel corso dei secoli. Nel XVIII secolo, l’abate Gaudin scriveva «Si resta stupefatti davanti all’abilità di questi cavalli… È una meraviglia e anche una curiosità vederli lottare contro tante difficoltà, evitando con cura quelle che temono maggiormente. Nei passaggi pericolosi si bloccano da soli, valutano prima il terreno e posano con sospetto una zampa, sempre pronti a ritrarla in caso di pericolo, e restano saldi sulle zampe posteriori per non correre il rischio di essere travolti».

Prima della Prima guerra mondiale questo cavallo era detto “pony corso” per le sue piccole dimensioni. Risale al 1916 la testimonianza di un cronista che ne profetizzava la scomparsa per mancanza di conoscitori competenti, in particolare per il tiro di lusso, che lo aveva reso molto popolare tra una clientela femminile che ne apprezzava l’estetica e la vivacità.

Quello soprannominato “u paganacciu”, cioè il pagano, il ribelle, rispetto alle bestie da soma, riveste un ruolo importante nella società corsa e ha accompagnato gli abitanti dell’isola nel corso dei secoli, nei campi e in montagna, in pace e in guerra. Non è inoltre estraneo alla loro fama in ambito militare. Nel 1768, dopo la vittoria dei corsi a Borgo, due ufficiali riferivano: «Dei cavalieri ci hanno fatto montare su piccoli cavalli che galoppavano su rilievi montuosi che i nostri non sarebbero riusciti a superare, neanche a piedi».

Questo cavallo è stato formato, forgiato da un ambiente insulare molto aspro, nel quale ha acquisito forza e carattere. Pieno di foga e vivacità, combinate a un’intelligenza senza pari, possiede caratteristiche di resistenza e di tempra che l’hanno reso famoso.

Sistemi e luoghi di allevamento

Il riconoscimento del cavallo corso si deve all’impegno in tal senso dell’associazione U Cavallu Corsu, che ha messo in evidenza soprattutto la sua importanza economica. L’allevamento equino è un motore di sviluppo e di rivitalizzazione dell’ambiente rurale nonché un vettore di diversificazione delle zone rurali. Incoraggia l’insediamento di giovani allevatori equini e può essere fonte di guadagni. Inoltre la presenza del cavallo corso nel suo biotopo naturale, negli alpeggi o negli allevamenti di tipo familiare pedemontani, in media o montagna, è fonte di riappropriazione di territori abbandonati e genera una forte attrattiva in servizi agrituristici di qualità.

Infine, il cavallo corso, le cui abilità nell’ambiente naturale sono ormai dimostrate, è parte dello sviluppo di attività per il tempo libero (passeggiate, sport ecc.) e permette di soddisfare le esigenze di cavallerizzi sia principianti che esperti.

Inoltre, essendo particolarmente adatto alla disciplina di “resistenza”, potrebbe anche partecipare a gare in cui si esprimono queste qualità.