Le razze caprine

A Capra Corsa

Zona d’allevamento

La capra corsa (A capra corsa) è presente sull’isola da millenni e costituisce attualmente quasi il 98% del patrimonio di bestiame caprino regionale (più di 45.000 animali, di cui circa 33.000 capre madri, secondo Agreste).

Descrizione

La razza caprina dell’isola ha dimensioni medie: la femmina pesa 30-40 kg e il maschio 45-60 kg. Dotata di una testa sottile e di orecchie piccole, la capra corsa possiede corna parallele e ricurve e un manto a pelo lungo che può presentarsi di diversi colori: nero, rosso, fulvo, striato di bianco o variegato.

Caratteristiche e specificità

La capra corsa è un animale da latte, che si distingue per la sua rusticità, la facilità di adattamento al clima e all’ambiente insulare e per la sua capacità di adattarsi alla macchia mediterranea. Il manto a pelo lungo la protegge dalle piante spinose, mentre gli arti robusti e gli zoccoli potenti le permettono di muoversi agilmente su terreni accidentati. La produzione media di latte per ogni lattazione è di 181 litri in 205 giorni di mungitura.

Presenza storica

Il solo sistema per sfruttare al meglio i ripidi rilievi montuosi dell’isola poco favorevoli alla coltivazione, è l’allevamento caprino, che in Corsica sembra risalire alla notte dei tempi. In gregge (“greghje”), con doppie transumanze tra pianura e montagna su territori immensi (“rughjoni”), o al contrario tenuta “al palo” nei pressi dei villaggi, la capra corsa si è sempre integrata nella vita della popolazione locale. Ha contribuito ampiamente all’alimentazione dell’uomo (latte, formaggio, carne) e il suo manto veniva utilizzato per confezionare indumenti (“u pilone”), coperte o corde (“a funa”). Le sue corna servivano alla fabbricazione di manici di coltelli e di strumenti musicali (“a pifana”) (Bouche et al., 2002).

L’allevamento caprino, tenuto in origine in grande considerazione per il contributo del latte all’alimentazione umana (allattamento dei bambini), ha visto la sua immagine regredire in concomitanza con l’industrializzazione casearia ovina, iniziata più di un secolo fa. Infatti, l’arrivo in Corsica della produzione industriale del Roquefort ha comportato l’inserimento progressivo delle pecore in un’economia di mercato (scambi fiduciari), relegando le capre a un’economia domestica (baratto e pagamento in natura). I pascoli più produttivi venivano assegnati alle pecore, fonte di guadagni in moneta sonante, lasciando alle capre la macchia più scoscesa. Questa spartizione disuguale ha costretto il guardiano di capre a un isolamento forzato (controllo e custodia del gregge), che lo ha reso nell’immaginario poco socievole e poco incline all’organizzazione (Bouche et al., 2002). Secondo Daniel Sabiani, ex presidente del sindacato “Capra Corsa”, che riunisce gli allevatori di capre, «il guardiano di capre gode di un’immagine molto positiva a livello culturale, ma fortemente degradata dal punto di vista sociale».

Azioni intraprese nel giugno 2003 per la salvaguardia della capra corsa hanno portato al riconoscimento della razza caprina insulare da parte del Ministero dell’Agricoltura. Questo riconoscimento ha consentito di includere la produzione del latte di capra nel disciplinare dell’AOP Brocciu e di avviare un’azione di certificazione per i caprini e i formaggi di capra.

Sistemi e luoghi di allevamento

L’allevamento estensivo si basa essenzialmente sull’utilizzo di pascoli ricoperti da macchia mediterranea e rilievi scoscesi. Le greggi vivono all’aperto tutto l’anno. La transumanza è molto meno praticata rispetto al passato, perché la bonifica delle pianure del litorale ha favorito la sedentarietà dei guardiani di capre, che riguarda attualmente il 90% delle greggi. In Corsica la transumanza è “inversa”: i guardiani di capre appartengono a comunità montane. In estate fanno pascolare le loro greggi intorno al loro villaggio di origine o negli alpeggi di loro proprietà, mentre da ottobre a maggio invadono le zone basse e i litorali, dove le risorse naturali sono più abbondanti.

L’80% circa degli allevatori di capre è anche trasformatore e produce diversi tipi di formaggio, tra cui il brocciu, ricavato dal siero del latte, che ha ottenuto il marchio AOP.

Periodo di produzione

La mungitura va da metà gennaio a giugno. Con stagione delle nascite naturalmente posticipata, l’85% dei parti ha luogo in autunno (fine ottobre, metà novembre).