Gli ovini
A Pecura Corsa
Zona d’allevamento
L’allevamento ovino viene praticato in tutto il territorio insulare.
Descrizione
La pecora corsa si distingue per le dimensioni piccole, 50-60 cm di altezza, e per il peso ridotto, 35-45 kg per il capo vivo. Il montone può raggiungere 70 cm di altezza e un peso di 60-70 kg. La pecora ha la testa molto sottile, il muso allungato e una fronte piatta o leggermente bombata; può possedere o meno le corna. Le orecchie sono piccole, con attaccatura bassa e quasi orizzontali. Secondo lo standard della razza, i montoni hanno sempre corna larghe, avvolte a spirale e rivolte all’indietro. Il corpo è regolare, lungo, con il dorso diritto, una groppa stretta e coscia poco sviluppata. Il pelo è ruvido e ricopre in lunghi ciuffi tutto il corpo dell’animale, consentendo alle greggi di vivere all’aria aperta tutto l’anno.
Caratteristiche e specificità
La pecora corsa fa parte del complesso delle razze mediterranee a pelo ruvido. Questa razza ha membra notevolmente fini e adatte a lunghi spostamenti nelle zone difficili e accidentate. Il colore del manto può variare. Esistono infatti animali con manto nero, rosso o bianco e grigio. La mammella è sviluppata e a forma di “bottiglia”, fatto che consente un’eccezionale semplicità di mungitura.
Presenza storica
Nel periodo neolitico (V millennio a.C.) gran parte dell’alimentazione umana, fondamentalmente carnivora, era costituita da animali domestici: maiale, montone e capra (Vigne, 1995). Nella memoria collettiva dei corsi la pecora ha sempre rappresento una delle principali ricchezze del paese ed è sempre stata un pilastro dell’economia agropastorale dell’isola. La popolazione insulare si è insediata per lungo tempo nelle regioni montuose, sviluppando un allevamento estensivo di sussistenza basato su pecore e capre. I pastori corsi hanno inoltre sviluppato un sistema originale di doppia transumanza: d’inverno lungo il litorale, dove il clima mite permetteva di pascolare le pecore nelle zone paludose, e d’estate in alta montagna, per sfuggire alla malaria che infestava quelle zone nel periodo caldo e per approfittare dei pascoli estivi.
La scarsa produttività del lavoro, la sovrapposizione temporale di certe attività e i problemi legati alla conservazione dei prodotti favorivano nei villaggi l’aiuto reciproco, la condivisione e la trasmissione generazionale delle conoscenze. All’inizio del XX secolo la coerenza del sistema agropastorale fu rimessa in causa da forti sconvolgimenti, favorendo la disgregazione del tessuto sociale e l’abbandono dei territori interni. Questo progressivo declino, che ha toccato numerosi settori dell’allevamento, ha risparmiato in una certa misura quello ovino, grazie all’introduzione sull’isola, alla fine del XIX secolo, della produzione su ampia scala di Roquefort, un avvenimento che ha innescato la differenziazione tra sistemi di allevamento ovino e caprino (Bouche, 2006). L’insediamento di questo tipo di aziende lattiere in Corsica sconvolgerà l’economia di sussistenza e determinerà gradualmente l’ingresso degli allevatori di pecore nell’era industriale. Dal 1950 gli allevamenti ovini si sposteranno sempre più lungo le pianure litoranee, con definitivo abbandono della doppia transumanza, cioè, per alcuni, la transumanza estiva.
Nel 1986 è iniziata la selezione della pecora corsa sotto il patrocinio della FRECSOV, la Fédération Régionale Corse de Sélection Ovine (“Federazione regionale corsa di selezione ovina”), diventata nel 1994 UPRA (Union de Promotion de la Race, “Unione per la promozione della razza”) e nel 2006 OS (Organisme de Sélection, “Organismo di selezione”).
Sistemi e luoghi di allevamento
Nella Corsica meridionale gli allevamenti ovini contano in genere 100-150 pecore e sono essenzialmente di tipo familiare, gli allevatori, cioè, trasformano e commercializzano tutta la loro produzione. Nell’Alta Corsica gli allevamenti ovini comprendono in media 250-350 pecore il cui latte viene fornito per la maggior parte all’industria casearia locale.
La tipologia degli allevamenti ovini è varia.
- Nelle zone di pianura esiste un sistema relativamente intensivo, dove alcuni operatori, che sono anche proprietari della tenuta e grazie all’uso di terreni seminabili e irrigabili, possiedono allevamenti, spesso con personale stipendiato, composti da un numero significativo di pecore e consegnano il latte alle industrie locali. In questo tipo di attività, l’allevamento di pecore è spesso associato alla viticoltura, all’arboricoltura o alle colture cerealicole.
- All’interno dell’isola si trovano allevamenti a conduzione familiare composti da un numero meno rilevante di pecore, dove gli operatori praticano la vendita diretta del loro latte o lo trasformano. La loro sede è spesso precaria e le strade hanno un ruolo fondamentale nel sistema di produzione. In questo tipo di attività, l’allevamento di pecore è spesso associato ad allevamento bovino intensivo con vacche nutrici.
- Tra questi due sistemi di produzione si pone la maggioranza degli allevamenti della zona pedemontana, localizzati essenzialmente lungo i litorali dell’isola, dove fornitori di latte e trasformatori lavorano fianco a fianco. Si tratta soprattutto di allevamenti familiari specializzati, che hanno come unica produzione quella delle pecore e in cui l’intensificazione foraggera varia tra i due sistemi descritti precedentemente.
Periodo di produzione
La mungitura delle pecore si esegue da ottobre a fine luglio. I parti hanno luogo a fine estate e in autunno.